La Storia
ANALISI DOCUMENTALE
L'Istituto
delle Maestre Pie a Cannara, nasce nel 1802, quale derivazione dell'Ordine
Religioso delle "Povere Figlie della Visitazione", sorto nel 1610 e
approvato dalla Santa Sede nel 1626.
L'attività
prevalente delle Maestre Pie di Cannara è stata quella dell'istruzione e
dell'educazione religiosa delle giovani, attraverso la gestione delle attività
di istruzione della scuola elementare e dell’Asilo Infantile.
Dal
1891 al 2019 le Suore Salesiane di Don Bosco o Figlie di Maria Ausiliatrice, le
quali incorporarono nella loro Congregazione le ultime Maestre Pie, fondendosi in un solo Istituto, hanno
svolto l'opera prevista da don Pasquale Modestini nel documento di
"Erezione della Religiose Salesiane nella Terra di Cannara sotto il titolo
delle Povere Figlie della Visitazione" (15 agosto 1802).
Dal
_______le Suore Ministre della Carità di San Vincenzo de Paoli __________
Riferimenti
storici
Le tavole di Fondazione
delle Maestre Pie in Cannara recitano: "Erezione delle Religiose Salesiane nella Terra di Cannara sotto il
titolo delle Povere Figlie della
Visitazione", fatto il 15 agosto 1802.
Il richiamo alle "Povere Figlie della Visitazione"
rimanda alla omonima Congregazione Religiosa nata nel 1610 per opera di San
Francesco di Sales e di Santa Giovanna Francesca di Chantal, la cui protezione
è invocata nelle prime righe delle Tavole Fondative.
Tale Congregazione fu
approvata dalla Santa Sede nel 1626, nel 1635,
Santa Giovanna Francesca di Chantal aprì il primo pensionato per l'educazione e
l'istruzione delle fanciulle, poiché non condivideva che le sue religiose si
dedicassero unicamente alla contemplazione.
Da allora, l'educazione e l’istruzione
divennero due dei fini principali dell'Ordine, che venne dichiarato Ordine contemplativo nel 1816.
Oltre al riconoscimento nel 1626 da parte della S.
Sede quale Ordine religioso, va ricordato che l'Istituto delle Maestre Pie di
Cannara ottenne dal Papa nel 1816 un certo numero di beni già appartenenti al
soppresso Convento dei PP. Conventuali, infatti:
Il
6 marzo 1816 la Sacra Congregazione della Riforma emanò il decreto, che venne
approvato da Papa Pio VII e registrato nella chiesa di S. Maria Maggiore (Roma),
sub anulo piscatoris, il 27 aprile 1816.
Con
tale decreto il Papa divise i beni appartenenti al soppresso Convento dei Padri
Minori Conventuali di Cannara tra le Clarisse di S. Sebastiano di Cannara e
l’Isitituto delle Maestre Pie Salesiane di Cannara. A queste ultime fu
assegnato quasi tutto il complesso residenziale dei PP. Conventuali, oltre ad
altri beni immobili. L'attigua chiesa di S. Francesco, utilizzata dai
Conventuali, venne allora utilizzata dalle MM. Pie Salesiane, che dal primo
piano della nuova abitazione potevano
accedere direttamente alla cantoria di detta chiesa.
Ed inoltre: Le
Maestre Pie Salesiane avevano il loro protettore nella persona del Cardinale Luigi
Amat di San Filippo e Sorso (1796-1878).
L'Archivio
delle Maestre Pie Salesiane di Cannara è ricco di documenti dalle suore
indirizzati al card. Luigi Amat, loro protettore, attivo in particolare nella
lunga vicenda sulla questione dell'eredità Modestini, che sfociò in una causa
intentata dalle Maestre Pie dinanzi alla S. Congregazione dei Vescovi e
Regolari.
La
"protettoria" era un antichissimo costume presente nella Chiesa
Cattolica, secondo il quale generalmente un alto prelato veniva scelto da
ordini religiosi, specifiche chiese, città… affinché ne curasse gli interessi
presso la Curia Romana.
Nel
libro "La Gerarchia Cattolica" [1]
viene riportata, con queste parole, la protettoria del cardinale Amat
riguardante le Maestre Pie di Cannara:
“Protettore ….
Delle Maestre Salesiane dette le Figlie della Visitazione della B.ma Vergine, nel monastero di S. Francesco in Cannara...”
L'ordine delle Salesiane o Visitandine è tuttora
attivo in ambito nazionale ed extra nazionale e le Maestre Pie di Cannara ne
rispettavano la struttura organizzativa.
Le suore che vi appartenevano
si dividevano in tre classi:
- suore corali, dedite
all'educazione-istruzione delle fanciulle
- suore converse o di
casa, per le faccende domestiche
- suore rotare, che si
occupano delle relazione con l'esterno.
Le prime due osservavano
la clausura; le altre non erano di
clausura.
Le Tavole di fondazione delle Maestre Pie Salesiane di
Cannara rispettavano questa divisione e specificavano i compiti di ognuna di
esse:
1. della Superiora (c. 3r)
2. delle Maestre (corali). Interessante il punto III
dei loro obblighi, che riporta:
“Dividano il
tempo della scuola in tre parti:
- la prima in
distribuire i lavori;
- la seconda nell'esercizio della Dottrina Cristiana;
- la terza
nelle orazioni vocali…”
3. delle infermiere, delle faccendiere e delle
cuciniere (cc. 3v-4r).
A conferma del loro
compito sia di istruzione che di educazione alla dottrina cristiana, leggiamo
quanto fu scritto nella Relazione alla Visita Pastorale del vescovo di Assisi,
Mons. Francesco Maria dei Conti Giampè[2]:
“Cannara, 20
Maggio 1819
… Le maestre
Pie vestono al presente da Salesiane, e sono…
Visitò mons.
Vescovo la Scuola di dette maestre, dove trovò moltissime figliole convittrici…
Interrogò Monsignore le dette figliole
sulla Dottrina Cristiana, che le trovò sufficientemente istruite…”
E
inoltre: scrive Giuseppina Grilli in una sua recente pubblicazione [3]
che in una lettera del 18 luglio 1854 diretta al Cardinale Protettore delle
Maestre Pie Salesiane di Cannara, Amat di S. Filippo, il Vescovo di Assisi,
Mons. Landi Vittori, rievoca le origini della loro Congregazione e annota in
particolare:
“… lo scopo principale per cui ho potuto
comprendere avere i miei antecessori procurato quelle Suore fu l'educazione civile e religiosa delle
fanciulle; e a questo scopo esse corrisposero e si procacciarono la stima del
paese, vivendo ritirate e con quella povertà di mezzi che la Provvidenza
loro forniva…”
Le Maestre
Pie e la loro appartenenza ad un Ordine Religioso.
L'abito. Entrando
nella Congregazione, vestivano l'abito religioso salesiano, come si può vedere
nella foto:
Sr. Giuseppa Baldaccini,
Maestra Pia, morta nel 1914
I voti. Potevano essere semplici o perpetui. Tutte assumevano il nome di Maria,
talvolta preceduto o seguito dal proprio nome di battesimo ma anche
cambiandolo, aggiungendovi un'espressione del tipo : dell'amore di Gesù, della
Pazienza di Gesù, dell'Assunzione, del Redentore……
La
vestizione.
Presenza
dell'Autorità ecclesiastica alla vestizione o alla professione
Riportano i testi presso gli archivi:
“Anno del Signore 1834, 20 Luglio
Matilde Paoli figlia di Andrea di
Cannara in età di circa 20 anni dopo dodici anni circa di educandato in questa
Ven. Congregazione vestì l'abito religioso in qualità di maestra per mani
dell'Ill.mo e Rev.mo monsignor Secondi, Vescovo di Assisi, ed assunse il nome
di Suor Maria Geltrude di Gesù Bambino.
A dì detto dell'anno istesso Lorenza
Baldaccini figlia del Signor Daniele di detta Terra in età di circa 28 anni
vestì l'abito religioso in qualità di maestra per mani del prelodato Monsignor
Vescovo, ed assunse il nome di Suor Maria Giacinta Gaetana della Concezione.
ed
ancora ecco un’altra testimonianza ripresa sempre dagli archivi delle Maestre
Pie:
“Cannara, 20 Settembre 1881
Sotto il suddetto giorno la Signorina
Veronica Segapeli, figlia del Signor Silvestro di Città di Castello, chiamata
al secolo parimente Veronica, avanti Mons. Vescovo Tafani si vestì dell'abito
religioso di S. Francesco di Sales in questo Istituto, contando anni 27 circa
di età.”
Sulla professione [4]
“Cannara, 16
ottobre 1853: Anno del Signore
Suor Maria
Giuseppa di S. Luigi, chiamata al secolo Anna Maria, figlia del Signor
Bernardino e Clementina Baldaccini di questa Terra, avanti Monsignor Andrea
Canonico Ulli Pro Vicario Generale, fece la sua professione sotto il sudetto
giorno ed anno, previa l'accettazione fatta il giorno primo di ottobre corrente,
di anni 20.”
Formula della
professione perpetua[5]
“Nel nome di Dio, Amen. Io, suor Maria
Eletta dell'Assunzione chiamata nel secolo Maria, figlia di Luigi Luciani e
Domenica, coniugi della Terra di Sigillo, diocesi di Nocera, alla presenza di
Vostra Signoria Illustrissima monsignor Vicario Generale don Andrea Ulli. Come
pure di voi, Reverenda Madre Superiora, suor Amante Maria de' Sacri Cuori, e di
voi, reverende religiose sorelle, faccio voto e prometto alla Santissima
Trinità, Padre, Figliolo e Spirito Santo, alla Beatissima Vergine Maria, madre
di Dio, padrona nostra, al nostro Santo Padre Francesco di Sales e alla Santa
Madre Giovanna Francesca di Chantal ed a tutta la corte celeste, di perpetua
castità, povertà, obbedienza e perseveranza sino alla morte in questa
Congregazione delle Figlie della Visitazione sotto la regola di Santo [aggiunto in sopralienea: Agostino] secondo le costituzioni di San Francesco di
Sales. Così Dio mi aiuti; per osservanza di che tocco i Sagri Vangeli.
Cannara, questo dì 16 ottobre 1853. Io,
suor Maria Eletta della Assunzione m[anu]
p[ropria].”
Registrazione di
vestizione e professioni[6]
Sulla dote monastica
In
vista della professione, ogni suora doveva essere dotata dalla famiglia. Era la
cosiddetta "dote monastica" che veniva costituita con apposito atto
notarile.
Il
10 dicembre 1835, ad esempio, Andrea Paoli di Cannara dinanzi al notaio
Ferdinando Epifani, a titolo di "ulteriore acconto della dote monastica in
scudi cinquanta alla di lui figlia Matilde… professa nella qualità di corale
col nome assunto in religione di suor Maria Geltrude…", mette un'ipoteca a
favore della 'Pia Congregazione delle Salesiane' su una sua proprietà: un pezzo
di terra arativa ed olivata da frutto, situato nelle pertinenze di Limigiano,
in vocabolo Lo Sterpaticcio"[7]
La clausura
La clausura è invece
contemplata ancora dalle Tavole di Fondazione.
Vi leggiamo a c. 4v un
paragrafo dal titolo: "Intorno alla
clausura":
“Per clausura
s'intenderà che a niuno sarà permesso l'ingresso nella Casa della Congregazione
senza licenza in iscritto data dal Superiore o da chi per lui. Si permetterà
peraltro l'ingresso a persone dell'uno e dell'altro sesso nella camera detta
d'Ingresso al bisogno, come pure alle Maestre e a tutte le altre di poter
sortire per giusti motivi, come per ascoltare la S. Messa, qualora non vi sia
nella propria chiesa, per il passeggio necessario, il quale si farà
sempre per le vie più remote: in tal circostanza mai sarà permesso di entrare
nelle case dei secolari.”
L'ufficiatura
A c. 4v sono stabiliti gli impegni e gli orari
relativi ai vari uffici religiosi da recitare, distinti in tre periodi
dell'anno:
dal 1 Gennaro
sino al 1 Marzo: levata, orazione,
Mattutino e Prima, orazione della sera,
a cena, al riposo;
dal 1 Marzo
sino al 29 Settembre: levata,
orazione, Mattutino, laudi e Prima, orazione della sera, a cena, al riposo;
dal 29
settembre sino all'ultimo Decembre:
levata, orazione, "il resto come sopra dal 1 Gennaro fino al 1 Marzo.
Avvertesi che l'Ufficio da recitarsi sarà quello della B. Vergine.
… la mattina, terminata la scuola, vi sarà un quarto
di ora di sollievo, e poi si dirà Terza, Sesta e Nona e l'esame di coscienza
per un Miserere circa, quindi l'Angelus Domini e poi un De profundis andando in
refettorio.
… la mattina, o sia il giorno, e la sera partendo dal
Refettorio dopo fatto il ringraziamento, si uscirà dicendo il Miserere andando a due a duein Coro a far la
visita al SS.mo Sagramento.
Il Coro
Sappiamo che il monastero
delle MM. Pie di Cannara ebbe almeno due sedi principali e le due chiese da
esse utilizzate erano dotate di un "coro":
- all'inizio della loro presenza il benefattore don Pasquale
Modestini procurò di farle alloggiare in una "povera, ristretta casa della
Confraternita della Morte situata dirimpetto alla chiesa dei medesimi
Confratelli"[8]
- invece dal 1815, grazie al Breve Pontificio di
Pio VII, divennero proprietarie di un'ala dell'ex Convento dei PP. Conventuali,
dove restarono fino al 1854. Dalla loro nuova abitazione comunicavano direttamente con il Coro dell'attigua chiesa di S.
Francesco, di proprietà dei Terziari, della quale divennero custodi.
- dal 1854 in poi, risolta a loro favore la causa che le contrapponeva
alla Diocesi per il possesso dell'ex Istituto degli Oblati voluto dal
benefattore Modestini, si stabilirono definitivamente in questo grande palazzo
(detto del Convitto, oggi Museo cittadino) che si trova nell'attuale Piazza del
Terz'Ordine Francescano, confinante con la chiesa della Buona Morte: nel
1778 la Compagnia omonima aveva
provveduto ad incaricare il signor Giorgio Scala per il "refinimento
di tutto il coro di questa chiesa", lavori che vennero portati a termine nel giro
di un anno[9].
Il Coro di cui si parla è
collocato a destra sopra l'altare maggiore e le MM. Pie vi potevano accedere
direttamente dalla loro abitazione; diverso è il discorso per quanto riguarda
l'uso della cantoria o orchestra, che è collocata sopra l'ingresso principale
della chiesa della Buona Morte: fino al 1880 era di uso esclusivo della
Confraternita della Buona Morte ma, grazie ad un accordo tra questa e
l'Istituto delle MM. Pie, le suore poterono usufruire del vano di accesso alla
cantoria stessa per poterla utilizzare.
Si riporta, a tale
proposito, uno stralcio della lettera del 4 novembre 1880, a firma delle
Maestre Pie, diretta al Governatore della Confraternita della Buona Morte di
Cannara[10]
“Essendo prossimo il tempo in cui il
nostro Istituto si traslocherà nel locale del Convitto crediamo opportuno
definire a scanso di equivoci e malintesi quanto concerne l'accesso del nostro
Istituto nella Chiesa e Orchestra da farsi secondo le prattiche già note anche
al defunto Mons. Vescovo Fabiani…
In contraccambio dei favori della
Confraternita, il nostro Istituto terrà la custodia della chiesa, degli arredi
e mobili sacri, penserà alla polizia delle biancherie, e manterrà la lampada al
SS.mo Sacramento…
In
quanto all'Orchestra la Confraternita penserà a fare il sostegno di ferro
vendendo il trave già messo, e noi penseremo a fare il piano di legno e il
parapetto nonché l'accesso alla camera vicina. Il lavoro occorrente per la
porta della chiesa sarà fatto a spese comuni.
In quanto all'organo, noi cederemo tutto
quanto abbiamo del vecchio organo… manterremo l'organaro quando verrà ad
metterlo ed accordarlo…
Dall'Istituto delle M. Pie Salesiane, Cannara,
4 Novembre 1880
(firmato: M. Geltrude Paoli, M. Giacinta
Baldaccini, M. Giuseppa Baldaccini, M. Matilde Mattoli Palma).”
"La chiesa propria…"
Se è vero che le MM. Pie
non risultavano proprietarie delle chiese collegate con i loro monasteri, che
tuttavia utilizzavano e custodivano, neppure il Convento dell'Ordine dei Minori
Conventuali di Cannara era proprietario dell'attigua chiesa di S. Francesco che
essi utilizzavano e custodivano, e non per questo non appartenevano a un
Ordine.
La chiesa di S. Francesco
di Cannara, pur essendo di proprietà dei Terziari, sia nel caso dei PP.
Conventuali, sia delle MM. Pie, veniva utilizzata e custodita prima dai frati
Conventuali, poi dalle suore della Congregazione delle Maestre Pie, per un
certo periodo anche dopo il loro trasferimento nei locali dell'ex Convitto
(1854).
Lo si desume da una
lettera del 3 giugno 1868 nella quale il presidente della Congregazione di
Carità, G. Baldaccini, scrive al Vescovo di Assisi riguardo a una questione tra
la Confraternita dei Terziari di Cannara e le MM. Pie[11].
In essa leggiamo ad un certo punto: “… Inoltre
è noto come le Maestre Pie Salesiane officiano decorosamente e mantengono la
chiesa della Confraternita”
Un tormentato rapporto tra le MM. Pie e il Comune di
Cannara
Le
mire della Congregazione di Carità sull'Istituto e sulle sue proprietà
(divenute più cospicue col riconoscimento alle MM. Pie, da parte del Governo
Italiano, del possesso dell'eredità Modestini sull'abitazione e sui beni dei
soppressi Oblati di Cannara), da allora si fecero sempre più pressanti.
Giuseppe Brunamonti, già sindaco del paese dal 1864 al 1868, divenuto poi
presidente della Congregazione di Carità per diversi mandati, da quanto si
legge nelle carte dell'Archivio Maestre Pie di Cannara, sembrava avere un solo
obiettivo: logorare l'Istituto e giungere ad una sistemazione giuridica di quel
capitale a favore della Congregazione di Carità. Alla fine, le suore intentano
una causa contro la Congregazione di Carità, che si tiene il 26 marzo 1888
presso la sede del mandamento di Spello.
Il
giudice stabilì:
“… la vigilanza, per il combinato disposto
dell'art. 20 della legge 3 agosto 1862 e dell'articolo 2 del Regio Decreto 21
luglio 1864 non può estendersi al di là di pretendere che le MM. Pie adempiano
agli obblighi assunti secondo le tavole di fondazione e gli statuti… e
diffida il signor Brunamonti a desistere
da ogni pratica relativa a menomare l'autonomia dell'Istituto e dal fare qualunque
siasi cosa che si riferisca all'amministrazione per evitare di essere tenuto all'ammenda dei danni che
saranno per derivare dal suo operato non solo come presidente della
Congregazione di Carità, ma anche in proprio…”[12]
In
realtà la Congregazione di Carità, con il suo presidente Brunamonti, avendo
approvato nel 1881 uno Statuto Organico e
Regolamento interno che toglieva alle MM. Pie l'autonomia amministrativa,
non ottemperò a quanto stabilito dalla sentenza entrando di fatto nella
gestione amministrativa dell'Istituto, la cui situazione finanziaria in quel
periodo era particolarmente difficile ed inoltre le suore erano ridotte di
numero, mentre le poche rimaste avevano un'età avanzata.
Per
scongiurare la fine di una istituzione che tanto aveva fatto per la gioventù
del paese, il vescovo di Assisi, mons. Nicanore Priori si adoperò affinché
l'Istituto delle MM. Pie venisse surrogato da altro Istituto di suore che
continuassero l'opera educativa, civile e religiosa, rispettando così la
volontà del fondatore don Modestini.
La continuità di vita e di apostolato
avvenne con l'ingresso delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Tale
decisione venne approvata dal municipio di Cannara, dalla Congregazione di
Carità, dalle Suore di don Bosco e dal vescovo di Assisi. Il relativo
capitolato, datato 18 settembre 1892, stabilisce tra l'altro[13]:
“- le Suore Salesiane di don Bosco -
Figlie di Maria Ausiliatrice vengono a Cannara per innestarsi "alla famiglia quasi estinta delle Salesiane"
di S. Francesco di Sales (p. 1);
- con l'arrivo delle Salesiane di don
Bosco a Cannara "si tratta di unire
insieme persone di diversa educazione e famiglia per farne e proseguirne una
sola, con l'obbligo di somministrare alla gioventù del paese l'educazione e
l'istruzione… (art. 2, pp. 2-3)”
Quanto
al rapporto con le preesistenti Salesiane:
“- … è dunque necessario che si formi una casa sola, e che tutte convivano
sotto la stessa regola e con le medesime norme. Quanto alle suore che
preesistevano nell'Istituto di Cannara, suor Veronica Segapeli in tutto e per
tutto si è sottoposta alla direzione e disciplina delle nuove di Don Bosco;
suor Giacinta e suor Giuseppa Baldaccini, qualora non volessero totalmente
uniformarvisi, saranno tollerate nelle loro antiche abitudini…" (art. 3,
pp. 4-5);
- il fine che le nuove suore si
propongono con il loro arrivo a Cannara "consiste nella educazione religiosa, morale e civile della
gioventù…" (art. 4, p. 5);
E,
all’art. 5, pag. 5:
“alle Suore Salesiane di Don Bosco
dunque sono affidate le scuole elementari femminili ed è affidato l’Asilo dei bambini e delle bambine e l’educandato delle
fanciulle …”
Detto Capitolato reca la firma del
Consiglio della Congregazione di Carità, ed esattamente:
Bernardino Cavalieri, presidente
Emilio Cruciani, Zeri dott. Alberto,
Batori Antonio, membri.
Ai nostri giorni
Oggi le Figlie di Maria Ausiliatrice o Salesiane di
Don Bosco hanno continuato nell’insegnamento e nella direzione dell’Asilo
Infantile (Scuola materna), insieme ad altre maestre laiche, provvedendo a
condurre l’Oratorio giovanile.
Nel mese di agosto del 2019, hanno lasciato
definitivamente la casa di Cannara, dopo che la popolazione e tutti coloro che
ne hanno condiviso la loro missione, hanno disperatamente tentato di evitare
che ciò accadesse, purtroppo tutte le suppliche sono rimaste vane.
La Casa che le ha ospitate è luogo d'incontro della
gioventù, sede di attività sportive e centro di aggregazione del paese in
diverse occasioni e ricorrenze festive.
L’arrivo delle Sorelle Ministre della carità
di San Vincenzo de Paoli.
descrizione ……………..
L'abito delle Salesiane FMA, Cannara, anni Venti del
Novecento